uscita Classic
Antonio e Danilo.


Sabato 4 gennaio 2020

Quando zietto non c’è...

E siamo al 2020
Prima uscita, io ed Antonio per una m.p. classic. Lo zio ha dato forfait per acciacchi di stagione. Giornata discreta. Sono stanchissimo ma ho troppa voglia di fare un giro in moto, magari tranquillo.
H 14,30 kalabar, caffè e via. Vogliamo mettere il naso verso il fiume per capire cosa è cambiato dopo le forti piogge. Intanto vediamo che anche la carrareccia principale si è sbragata bene, in alcuni punti è pericolosa con canali diagonali profondi. Soprattutto dopo la madonnina ce n’è uno serio. In zona fiume più o meno tutto ok, arriviamo al primo guado ma non abbiamo voglia di lavarci i piedi e torniamo indietro proseguendo la salita verso il nuraghe Arbu.
Prima però deviamo verso il “fungo” una bella roccia che merita d’essere fotografata. È l’occasione giusta per tornarci visto che Antonio non la conosce.
Peccato che l’accesso dal basso sia chiuso da vegetazione e pietre di discrete dimensioni, quindi dobbiamo faticare non poco per fare i primi 200 mt, poi è meno incasinato. Foto di rito e poi verso il nuraghe con pausa e chiacchiere motociclistiche.



Si prosegue verso la mela e decidiamo di fare tutto il giro rientrando dal sentiero Italia, proprio perché Antonio non conosceva ancora la seconda parte. Questo tratto è devastato dai cinghiali, è pieno di pietre tipo blocchetti che ti impediscono di andare spedito, oltre al tratto coi tornanti che deve essere fatto con rispetto per la pendenza seria.
Arrivati a dispensa, Antonio vorrebbe andare a Cirronis dove non va da parecchio e, nonostante la stanchezza, cedo alla richiesta. Il dubbio è sulle condizioni degli strappi in salita perché già alcuni mesi fa erano serie con parecchi canali e pietroni. Dopo il tratto delle paludi, pieno di trappole fangose da cui ne usciamo indenni, e la sterrata principale scorrevolissima, arriviamo a Cirronis e capiamo subito che la morfologia del fondo è alterata. Prima parte da fare con attenzione e al primo strappo in salita cominciano i guai: entrare in un canale pieno di pietre o provare a saltarlo, con parte successiva in forte contropendenza. Io provo ad entrarci e comincio a ravanare per uscirne. Impenno la moto in verticale un paio di volte, guadagnando qualche metro, ma poi c’è l’uscita ripida e in contropendenza, da affrontare da fermo. Provo a scendere dalla moto e scivolo, sedendomi a terra con la moto incastrata nel canale e appoggiata a me. Antonio mi aiuta a districarmi. Facciamo uscire la moto e mi sdraio di nuovo in terra perché è tutto sdrucciolevole e ripido. Finalmente porto la moto in un punto tranquillo e mi avvicino a seguire Antonio che, visto il casino del canale, opta per tagliarlo in diagonale rischiandosi la salita in contropendenza. Tutto sommato sale facilmente. L’Honda Easy aiuta proprio in questi casi. Arriviamo al secondo strappo e Antonio prende a sinistra incasinandosi un po’, mentre io prendo a destra in un canale e vengo su tranquillo. Siamo stanchi, ma c’è ancora a fare. Il resto del giro di Cirronis è con fatica di tutto rispetto. Pietroni e sbraghi ovunque.





Concludiamo Cirronis e facciamo il percorso inverso per rientrare alla base. Anche questa volta alle paludi tutto ok, mentre mi sdraio a causa di un gradino di fango neoformatosi in una pozza ben conosciuta. Per fortuna mi sono appoggiato al bordo asciutto e non ho fatto il bagno.
Ci rimane solo la discesa col crepuscolo e le mille insidie che si sono formate. Arriviamo al bar decisamente stanchi. Per fortuna che doveva essere un giro tranquillo.
Patatine, popcorn, birra e chiacchiere per concludere una bella serata.
Cosa si fa quando non c’è lo zio ... :)
DanRR